Dormi dormi mio piccino…

Il sonno ha una funzione fisiologica molto importante per tutti gli esseri viventi, dormire bene ci fa sentire riposati, più reattivi, più concentrati, ci fa stare bene. Per questo il tema del sonno è spesso caro a molti genitori, perchè la famiglia dorma tranquilla, anche i piccolini devono poter trascorrere notti serene, ma a volte ciò non accade, perchè?

Il sonno dei bambini è fisiologicamente diverso dal sonno degli adulti, perchè nei bambini, fino ai 4 anni di età circa, sono presenti solo 2 fasi del sonno: REM e NREM, ovvero sonno tranquillo/sonno attivo e il piccolo nella fase di transizione tra le due, deve imparare a legarle per non svegliarsi completamente.

Alla nascita la fase REM occupa il 50% del sonno del bambino, in modo da consentirgli dei facili risvegli per soddisfare i suoi bisogni di nutrimento, di essere cambiato, di rassicurazione, inoltre favorisce l’autostimolazione, perchè il cervello del bambino continua a formare connessioni e ciò consente lo sviluppo cerebrale. Durante il sonno REM i bambini appaiono più agitati, si muovono, fanno smorfie, spesso piangono. Il bambino, gradualmente, va accompagnato ad imparare a legare le fasi del sonno tra di loro, senza svegliarsi, come è per gli adulti. Verso i 4 anni il loro sonno diventa più tranquillo e più simile al sonno dei grandi.

Il sonno dei bambini è quindi differente da quello degli adulti, spesso è caratterizzato da risvegli ed è più movimentato. Diverso è anche ciò di cui il bambino ha bisogno per potersi addormentare, anche questa, come molte altre, è un’abilità che il bambino deve acquisire gradualmente e con l’aiuto dei genitori.

Il piccolo accompagnato dai genitori all’addormentamento, soprattutto serale, potrà sentirsi più sicuro e tranquillo, tanto da potersi rilassare e addormentare.

La costruzione di una routine serale è un primo aspetto importante per aiutare il bambino a rilassarsi e a prepararsi per la nanna. La fase dell’addormentamento serale è un momento speciale, ma anche significativo, lasciarsi andare al sonno significa anche stare tra sé e sé e a volte ciò può preoccupare il bambino.

Dedicare un momento, prima della nanna, a fare il “pieno di coccole” dalla mamma, può rassicurare il bambino, tranquillizzarlo rispetto a ciò che sta per accadere.

La routine serale, si integra nella routine giornaliera del bambino, è importante che sia certamente ripetitiva, ma anche flessibile, per questo ogni genitore si sintonizza con i bisogni del bambino, con le sue necessità e modula i suoi interventi in base a ciò. Se una sera lo si vede stanco prima dell’orario previsto, si anticiperà la routine della nanna, per assecondare il bisogno del piccolo, un bambino troppo stanco faticherà di più ad addormentarsi.

Accompagnare il bambino nei passaggi preparatori alla nanna, ovvero lavarsi, indossare il pigiama,  leggere magari una storia con mamma e papà, portare con sé tutti gli oggetti per lui importanti in fase di addormentamento, lo preparano a ciò che sta per accadere. Un saluto a tutto ciò che si lascia per potersi lasciar andare al sonno.   

Può accadere però, che nonostante queste accortezze, il bambino manifesti alcune difficoltà durante il sonno, che possono far sentire i genitori affaticati, spingerli ad interrogarsi e a voler capire cosa stia accadendo al loro piccolo.

Se nei primi mesi i risvegli sono molto frequenti, ma necessari per soddisfare i bisogni del bambino, successivamente i numerosi risvegli possono diventare fonte di preoccupazione e affaticamento per i genitori.

I risvegli fino a 3-4 anni, sono fisiologici, li hanno tutti i bambini, anche quelli che sembrano dormire per tutta la notte, solo che i genitori non se ne accorgono perchè sono bambini che riescono a riprendere il sonno in modo autonomo e abbastanza silenzioso. Altri bambini, nei risvegli, richiedono l’intervento dell’adulto, ma basta una parola, una carezza o riprendere il ciuccio perchè torni a dormire.

Il 20% dei bambini, tuttavia, presenta risvegli definiti problematici, perchè richiedono l’intervento consistente del genitore e diverso tempo per riaddormentarsi. Altri, invece, tendono a far fatica ad addormentarsi alla sera. Tutto ciò può avvenire per diversi fattori, soggettivi, ambientali, che meritano di essere ben compresi, per poter cogliere cosa sta accadendo al bambino e come mai il suo sonno è turbato. In alcuni casi le difficoltà del sonno possono essere fisiologiche, in altre casi meritano un’attenzione e un approfondimento per poter comprendere al meglio i bisogni del bambino.

Alcune delle fatiche che si incontrano parlando con le famiglia possono essere:

  • difficoltà nell’addormentamento serale;
  • ripetuti risvegli notturni (dopo i 4-5 mesi);
  • riaddormentamento difficile durante i risvegli notturni;
  • poca tolleranza del bambino ad accettare di addormentarsi/dormire nel proprio lettino;
  • richiesta constante della presenza dell’adulto;
  • ritorno nel lettone;
  • risvegli ripetuti dopo la nascita di un fratellino;
  • incubi o pavor nocturnus;
  • dai 2-3 anni paura di dormire al buio;
  • influenze sul sonno legate al periodo Covid 19 che si sta vivendo (anche in pre-adolescenti e adolescenti)

Manuela Zucchinali

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